Cos’è rimasto del mondo prima?
Dove giacciono le tracce dell’altra umanità, quella che ci ha preceduto?
I corpi non si trattengono, ma la loro energia? Dove?
La Terra ha conservato, si è fatta memoria. Atomi, cellule, flussi vitali che non si possono toccare con mano ma intuire. Ancora si scorgono nello scorrere costante della natura che non si piega al ritmo dell’uomo, all’uomo resiste con superba consapevolezza.
Ciò che oggi ci appare magia non è che la meraviglia di ritrovarsi di fronte a un movimento ancestrale e autentico che abbiamo dimenticato con gli occhi.
Questo progetto si propone di catturare momenti di quella vibrazione antica che permette all’umanità di continuare a fluire.
Il bisogno di ritrovare quel contatto è divenuto un fatto di comunità. La Notte di San Giovanni uno dei riti a cui è stato possibile partecipare. L’indagine inizia qui. Ritrovarsi, in gruppo, per provare a sentire di nuovo, tornare a sentire. Incontrarsi nel cuore della notte attorno a un fuoco, saltare attraverso le fiamme e avvertire il calore originario salire dai piedi fino alla gola, bruciare; raccogliere noci ed erbe spontanee e assaporarle come nutrimenti, pietanze gustose, tisane. Guardarsi nella luce della luna, sagome, solo sagome, e sentirsi della natura parte preziosa, flusso continuo.
Le fotografie fermano alcuni di questi momenti. Sono appositamente elaborate, mostrano il mondo altro. La luce scava nell’oscurità e la abbaglia, nello scatto rimane impressa una vibrazione più alta, scintille, polvere di stelle che cade a pioggia e porta la mente a un’antica memoria che è possibile percepire soltanto a piedi nudi, nel buio.
Conta più quello che non si vede.
Ciò che non si vede è ciò che resta.