Scorci di giardini dal borgo de “il Castello” di Villa Cadè si accompagnano a tramonti e aurore che richiamano colori e ambienti d’altri luoghi. Contesti marini regalano sensazioni di pace, infiniti spazi su cui far volare pensieri e sentimenti. Immagini evanescenti che raccontano le nostre vite, le nostre relazioni, i nostri sentimenti. Scatti di vita quotidiana che accomunano ognuno di noi e ci accompagnano dal risveglio dell’aurora fino alla magia dei meravigliosi cieli del crepuscolo, racchiudendo in essi la miriade di attività, relazioni e situazioni che scandiscono il nostro presente.
Federica Artioli, laureata in Scienze per la Formazione dell’Infanzia e della Preadolescenza, è attualmente Funzionario amministrativo presso Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Reggio Emilia.
Nata e cresciuta a Villa Cadè (Reggio Emilia), dove tuttora vive, sente forte il legame con il proprio territorio, in cui è molto radicata, con uno sguardo curioso e ammirato oltre gli spazi che abitualmente frequenta. È del 2019 la seconda edizione del volume, di cui è autrice, “Storia dell’istruzione elementare a Villa Cadè di Reggio Emilia (1948-1958). Conoscere la scuola attraverso la voce dei suoi protagonisti”, una ricerca storica condotta attraverso interviste a dodici ex alunni della scuola elementare di Villa Cadè, mirata a individuare, con un puntale confronto con la letteratura scientifica, ricordi, pensieri, modi di vita, fatti e vissuti in un contesto scolastico dell’immediato secondo Dopoguerra.
Fotografa per passione, predilige il genere naturalistico. “Percezioni di orizzonti estivi reggiani e d’altrove” è la sua prima mostra individuale e partecipa al Circuito OFF di Fotografia Europea anche con la mostra collettiva dal titolo “Romanticherie”.
Curatrici della mostra l’autrice e Maria Brini, medico, già Direttore del Dipartimento di Patologia clinica dell’Arcispedale S. Maria Nuova di Reggio Emilia, appassionata d’arte e studiosa di storia matildica.
Immagine mostra
Titolo: Aspettando l’estate all’angolo delle viole
Un tappeto di viole riveste a nuovo un vecchio muro di mattoni di un caseggiato rurale del Reggiano, in attesa del calore del torrido sole estivo di ponente. Tra le fessure di pareti come questa, bambine e bambini più di mezzo secolo fa nascondevano bigliettini arrotolati contenenti i propri desideri, i propri pensieri, consegnandoli alla storia.