Pharmakon
“Il compito dell’artista non è soccombere alla disperazione ma trovare un antidoto per la futilità dell’esistenza” (H. Hemingway) ed è per questo che noi, ragazzi della 4B classico, non ci siamo lasciati ostacolare dalla nebbia e dalle nuvole grigie tipiche del cielo invernale e abbiamo ricercato senza sosta un’invincibile estate rispondendo a domande che molto spesso non hanno risposta. Davanti ai grandi interrogativi che ci siamo posti abbiamo spesso trovato rifugio nelle piccole cose come la semplicità della nostra quotidianità, nel cielo, negli occhi di persone a noi care, in luoghi familiari che conosciamo come le nostre tasche, nelle bellezze della natura un po’ come se fossimo dei piccoli poeti romantici che cercano di comprendere i propri sentimenti nei boschi. Ognuno di noi ha compreso ed è andato oltre l’illusione che la felicità sia l’isola da raggiungere dopo aver attraversato l’oceano a nuoto ma molto spesso quelle cose o persone che ci fanno andare avanti, quelle piccole lucciole che ci fanno credere nell’esistenza del calore e della luce del sole sono proprio sotto il nostro naso. Quello che è emerso all’interno del nostro percorso è che molto spesso la ricerca della felicità appare essere il suo stesso raggiungimento, molti tra noi non sono riusciti, forse, a trovare una reale risposta alle domande che si sono posti, ma il desiderio stesso di essere felici nelle situazioni quotidiane della nostra vita potrebbe essere, anche se molte volte non ce ne accorgiamo, il traguardo più vicino alla nostra aspettativa iniziale di felicità. La conclusione generale alla quale siamo arrivati è che per essere felici è importante vivere intensamente anche i momenti caratterizzati dalle tenebre, senza i quali non potremmo apprezzare a pieno i momenti più felici, esattamente come una foto priva di ombre impedirebbe di mettere in risalto i punti più luminosi di essa, proprio per questo molti progetti sono caratterizzati da uno studio della luce.