Tre donne.
Tre Paesi africani.
Un’unica, appassionata,
battaglia per la vita.
La mostra fotografica, realizzata da Medici con l’Africa Cuamm insieme a Zona, è stata finanziata attraverso il Consorzio delle Ong Piemontesi da Frame, Voice, Report! con il contributo dell’Unione Europea.
Il progetto Crossing the River è stato prodotto con il sostegno dell’Innovation in Development Reporting Grant Program dello European Journalism Centre e della Bill & Melinda Gates Foundation, in collaborazione con
Medici con l’Africa Cuamm.
Dedicato alla memoria di Fanny Isa
Betty, Flaviour e Natalia non si conoscono, eppure queste tre donne africane combattono una battaglia comune contro una delle ferite più resistenti e anacronistiche che affligge il loro continente: la mortalità materna. Ogni anno, nel mondo, 303mila donne perdono la vita per complicazioni legate alla gravidanza e al parto, e per altre 10 milioni diventare madre significa trascinarsi malattie e infezioni per tutta la vita. Betty, Flaviour, e Natalia sono professioniste della sanità in Uganda, Sierra Leone e Mozambico, nazioni con pessimi indicatori di salute femminile. Nella regione ugandese della Karamoja, Betty Agan è capo-ostetrica in un centro sanitario rurale e, grazie al suo approccio innovativo con le donne, sta convincendo sempre più madri a recarsi a partorire da lei, in condizioni sicure. Flaviour Nhawu è una specialista di sanità pubblica in Sierra Leone, il Paese con il più alto tasso al mondo di mortalità materna: nel distretto meridionale di Bonthe, lei sta migliorando profondamente i servizi sanitari per le donne. Natalia Chimundi è psicologa a Beira, in Mozambico, dove sensibilizza le giovani sul tema dell’Hiv, che nel Paese ha una diffusione tra le più alte al mondo. Le loro storie personali, percorse da un’ostinazione fuori dal comune, raccontano come la maternità, in certi luoghi, possa diventare un’autentica lotta per la vita. E come la
solidarietà femminile si riveli una delle carte vincenti per promuovere il diritto delle donne alla salute.